2. La diversificazione ha un valore rinnovato?
Nel periodo successivo alla crisi finanziaria globale, le banche centrali di diversi Paesi hanno tendenzialmente seguito la linea della Federal Reserve nel tagliare o innalzare i tassi di interesse. Questo non solo ha creato cicli economici sincronizzati, ma ha anche aumentato la correlazione tra i mercati azionari regionali, riducendo così i benefici della diversificazione tra aree geografiche.
Se guardiamo al futuro, tuttavia, prevediamo che l'inflazione non solo sarà strutturalmente più alta, ma anche più variabile tra i diversi Paesi. Questo, con ogni probabilità, si tradurrà in una desincronizzazione dei cicli economici in quanto le banche centrali adegueranno i tassi per contrastare le questioni specifiche che le singole economie si troveranno ad affrontare. Un esempio di questa tendenza è la divergenza esistente nei cicli di politica monetaria di Giappone ed Europa continentale. Sebbene entrambe le regioni abbiano economie strutturalmente simili, il Giappone è solo all'inizio del ciclo di rialzi, mentre l'Europa si trova a metà del ciclo di allentamento.
Questa tendenza è già visibile nei mercati azionari, dove le correlazioni tra i Paesi sono ai livelli più bassi degli ultimi venti anni. In questo contesto, un approccio diversificato a livello globale dovrebbe avere maggiore valore e una dispersione crescente tra regioni potrebbe creare opportunità per gli investitori attivi, in particolare nel 2025 quando l'agenda 2.0 di Trump inizierà a prendere forma.
3. Dobbiamo andare oltre la diversificazione regionale?
Come anticipato, una maggiore divergenza tra le politiche monetarie associata a policymaker più interventisti e sempre più orientati alle questioni nazionali condurranno, con ogni probabilità, a nuove forme di divergenza regionale. Siamo tuttavia convinti che gli investitori possano cercare la diversificazione anche spingendosi oltre il fattore Paese. A differenza di venti anni fa, la piazza su cui viene quotato un titolo non è più un fattore determinante chiave della performance. Nel corso del tempo, i titoli hanno assunto una maggiore correlazione al settore o al tema a cui appartengono, piuttosto che alla regione, e questo sostanzialmente per due ragioni. In primis, le società a capitalizzazione elevata sono diventate più internazionali. In secondo luogo, l'investimento tematico ha acquisito sempre maggiore popolarità tra gli investitori, che intendono allineare i propri portafogli ai cambiamenti strutturali a lungo termine delle economie.
In questo contesto, la diversificazione regionale resta cruciale, ma gli investitori dovrebbero anche assicurarsi una sufficiente diversificazione nei temi che sono comuni a più economie, quali le strategie tematiche che si concentrano su segmenti di mercato che dovrebbero beneficiare di un cambiamento strutturale, come ad esempio, la sicurezza globale, l'automazione, la transizione energetica e l'innovazione medica. L'intelligenza artificiale resterà un tema chiave nel 2025, ma le politiche di Trump saranno al centro della scena, creando spazio per una dispersione e incertezza significative sui mercati. Per i mercati azionari, le implicazioni potrebbero essere complesse e di vasta portata, comprendendo sia fattori favorevoli che contrari potenziali, come dazi doganali, controlli più stringenti all'immigrazione e abrogazione totale o parziale dell'Inflation Reduction Act da un lato e deregolamentazione, tasse inferiori, minore spesa e aumento delle operazioni di fusione e acquisizione dall'altro.
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