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OUTLOOK AZIONARIO

Gestione attiva: 5 idee di investimento azionario per il 2025

Andrew Heiskell, Equity Strategist
Nicolas Wylenzek, Macro Strategist
10 min di lettura
2025-12-31
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Le opinioni espresse sono quelle degli autori alla data di redazione. I singoli team di gestione possono esprimere opinioni differenti e prendere decisioni d'investimento diverse. Il valore finale dell’investimento potrebbe essere superiore o inferiore a quello dell’investimento iniziale. Eventuali dati di terzi utilizzati nel presente documento sono considerati affidabili, tuttavia non è possibile garantirne l’esattezza. Destinato esclusivamente a investitori professionali.

Nel corso del 2024, la crescita ha mostrato una notevole stabilità e, negli ultimi mesi, ha iniziato a salire. Nonostante il settore industriale a livello globale abbia sperimentato un periodo di recessione, con una domanda sottostante debole e flussi commerciali stagnanti, ciò è stato più che compensato da una domanda interna resiliente e dall'attività nel settore dei servizi. Con l'avvicinarsi del 2025, il ciclo economico globale avanza verso un importante punto di svolta. Sebbene vi sia una certa incertezza in merito all'impatto della nuova amministrazione Trump e alle potenziali future misure di stimolo della Cina e permangano dei rischi, la crescita sembra destinata ad accelerare, in particolare negli Stati Uniti. È tuttavia opportuno soffermarsi a riflettere su quanto sia mutato lo scenario per gli investitori azionari. 

Un'inversione radicale

Dalla fine della crisi finanziaria del 2008, l'inflazione contenuta, se non addirittura inesistente, ha dato alle banche centrali la libertà di esercitare il proprio potere monetario all'unisono per sostenere la crescita economica, ogniqualvolta necessario. In questo scenario fortemente sincronizzato, i mercati azionari si sono mossi in tandem, offrendo scarse opportunità di diversificazione per aggiungere valore. In un contesto di forti correlazioni, ma con una crescita nominale e un costo del capitale molto bassi, la chiave per la sovraperformance dei mercati azionari è stata la capacità di individuare le società o i modelli di business con una crescita superiore.

Con il riemergere improvviso dell'inflazione nel periodo post-pandemia, si è avuta una drastica inversione della politica monetaria. I tassi di interesse negativi o pari allo 0% sono saliti bruscamente e si è passati dall'allentamento monetario (quantitative easing) alla stretta monetaria (quantitative tightening). I policymaker devono ora convivere con questo costante compromesso tra crescita economica e inflazione, il che significa che la politica monetaria dovrà essere strutturalmente più restrittiva.

Nel frattempo, l'economia globale si trova a fronteggiare contemporaneamente altri cambiamenti collegati. Visto l'acuirsi delle tensioni geopolitiche e commerciali, la globalizzazione va verso un rallentamento (se non addirittura un'inversione di rotta), con i policymaker che pongono sempre maggiore enfasi sulle questioni nazionali e divengono più interventisti, mentre la politica fiscale assume un ruolo sempre più decisivo, con i governi che si sforzano di risolvere alcuni degli squilibri strutturali creati dal precedente regime monetario. 

Cosa potrebbe significare tutto questo per gli investitori in azioni globali?

Dal momento che...Questo significa che...
È probabile che l'inflazione e i tassi di interesse rimangano strutturalmente più elevati e più volatiliIl costo del capitale assume maggiore importanza
Gli interventi della politica e la dispersione sui mercati globali continueranno a crescereLa diversificazione assume maggiore importanza
L'espansione della crescita economica dovrebbe guidare l'espansione delle performance fondamentali in tutti i settori e mercati. La crescita è sempre importante, ma lo è anche il punto di partenza delle aspettativeOttenere valutazioni corrette assume maggiore importanza

Tenendo a mente questi cambiamenti, per il 2025 intravediamo cinque temi che potrebbero creare opportunità sui mercati azionari globali.

Grafico 1
Il calo degli eccessi di risparmio accumulati durante la pandemia

1. È probabile che l'espansione della performance del mercato azionario continui?

La crescita solida degli utili, trainata dai progressi compiuti nell'ambito dell'intelligenza artificiale, ha permesso ai titoli tecnologici delle mega cap, le cosiddette "Magnifiche Sette", di archiviare guadagni significativi, mentre il resto del mercato ha seguito in scia. Il secondo semestre del 2024 è stato contrassegnato dall'inizio di una crescita degli utili più ampia, che è andata oltre le mega cap. La generale espansione della crescita economica associata a un'inflazione più bassa e a tassi di interessi a breve termine inferiori favorisce diversi settori sull'intero spettro di capitalizzazioni del mercato. Vi è poi un altro fattore di cui tenere conto: nel 2025 gli utili delle mega cap dovranno confrontarsi con due anni di crescita estremamente rapida e livelli elevati di profitto, mentre il resto del mercato trarrà vantaggio da un confronto più favorevole con due anni di recessione dei profitti. 

Questa espansione della crescita, unitamente a una dispersione maggiore, a correlazioni minori e a una volatilità superiore, dovrebbe creare opportunità di selezione dei titoli per gli investitori dinamici.

Grafico 2
Il calo degli eccessi di risparmio accumulati durante la pandemia

2. La diversificazione ha un valore rinnovato?

Nel periodo successivo alla crisi finanziaria globale, le banche centrali di diversi Paesi hanno tendenzialmente seguito la linea della Federal Reserve nel tagliare o innalzare i tassi di interesse. Questo non solo ha creato cicli economici sincronizzati, ma ha anche aumentato la correlazione tra i mercati azionari regionali, riducendo così i benefici della diversificazione tra aree geografiche.

Se guardiamo al futuro, tuttavia, prevediamo che l'inflazione non solo sarà strutturalmente più alta, ma anche più variabile tra i diversi Paesi. Questo, con ogni probabilità, si tradurrà in una desincronizzazione dei cicli economici in quanto le banche centrali adegueranno i tassi per contrastare le questioni specifiche che le singole economie si troveranno ad affrontare. Un esempio di questa tendenza è la divergenza esistente nei cicli di politica monetaria di Giappone ed Europa continentale. Sebbene entrambe le regioni abbiano economie strutturalmente simili, il Giappone è solo all'inizio del ciclo di rialzi, mentre l'Europa si trova a metà del ciclo di allentamento. 

Questa tendenza è già visibile nei mercati azionari, dove le correlazioni tra i Paesi sono ai livelli più bassi degli ultimi venti anni. In questo contesto, un approccio diversificato a livello globale dovrebbe avere maggiore valore e una dispersione crescente tra regioni potrebbe creare opportunità per gli investitori attivi, in particolare nel 2025 quando l'agenda 2.0 di Trump inizierà a prendere forma. 

3. Dobbiamo andare oltre la diversificazione regionale?

Come anticipato, una maggiore divergenza tra le politiche monetarie associata a policymaker più interventisti e sempre più orientati alle questioni nazionali condurranno, con ogni probabilità, a nuove forme di divergenza regionale. Siamo tuttavia convinti che gli investitori possano cercare la diversificazione anche spingendosi oltre il fattore Paese. A differenza di venti anni fa, la piazza su cui viene quotato un titolo non è più un fattore determinante chiave della performance. Nel corso del tempo, i titoli hanno assunto una maggiore correlazione al settore o al tema a cui appartengono, piuttosto che alla regione, e questo sostanzialmente per due ragioni. In primis, le società a capitalizzazione elevata sono diventate più internazionali. In secondo luogo, l'investimento tematico ha acquisito sempre maggiore popolarità tra gli investitori, che intendono allineare i propri portafogli ai cambiamenti strutturali a lungo termine delle economie. 

In questo contesto, la diversificazione regionale resta cruciale, ma gli investitori dovrebbero anche assicurarsi una sufficiente diversificazione nei temi che sono comuni a più economie, quali le strategie tematiche che si concentrano su segmenti di mercato che dovrebbero beneficiare di un cambiamento strutturale, come ad esempio, la sicurezza globale, l'automazione, la transizione energetica e l'innovazione medica. L'intelligenza artificiale resterà un tema chiave nel 2025, ma le politiche di Trump saranno al centro della scena, creando spazio per una dispersione e incertezza significative sui mercati. Per i mercati azionari, le implicazioni potrebbero essere complesse e di vasta portata, comprendendo sia fattori favorevoli che contrari potenziali, come dazi doganali, controlli più stringenti all'immigrazione e abrogazione totale o parziale dell'Inflation Reduction Act da un lato e deregolamentazione, tasse inferiori, minore spesa e aumento delle operazioni di fusione e acquisizione dall'altro.

Grafico 3
Il calo degli eccessi di risparmio accumulati durante la pandemia

4. L'Europa potrebbe essere un paradiso per la selezione dei titoli? 

A nostro parere, l'Europa sta attualmente sperimentando un significativo cambiamento di regime, che richiama alla mente quanto avvenuto nel 2000 e nel 2008, il che potrebbe rendere le azioni europee particolarmente interessanti per gli investitori attivi. Questo cambiamento è trainato da tre evoluzioni chiave:

  • con l'acuirsi delle tensioni geopolitiche e commerciali, la globalizzazione va verso un rallentamento e Il fatto che l'Europa abbia un'economia aperta fa sì che sia particolarmente interessata da questo cambiamento;
  • dopo un decennio di straordinario allentamento della politica monetaria, l'Europa sta andando verso uno scenario monetario più stringente;
  • l'Europa ha un'economia molto aperta, ma è sempre più interventista e orientata alle questioni nazionali, con temi quali la sicurezza nazionale e la transizione energetica che assumono un ruolo centrale nella definizione delle politiche. Anche l'andamento demografico e un ritorno a tassi di interesse positivi contribuiscono a questo cambiamento.

Siamo convinti che questi fattori avranno un impatto significativo sulle azioni e sui mercati finanziari europei. Prevediamo un'inflazione e tassi di interesse strutturalmente più elevati, maggiori interventi della politica, una rinnovata enfasi sulle valutazioni e una diminuzione dell'attrattiva relativa dell'esposizione internazionale.

Riteniamo che i principali beneficiari di questo cambiamento di regime saranno i settori del segmento value, come i titoli bancari e delle telecomunicazioni europei, i titoli difensivi e le small cap europee. Al contrario, i settori che hanno beneficiato della globalizzazione e di tassi di interesse inferiori si troveranno probabilmente ad affrontare sfide impegnative.

5. Nel 2025 le società a piccola o media capitalizzazione potrebbero assumere maggiore valore?

Nel corso degli anni, i titoli delle società a piccola capitalizzazione hanno sovraperformato quelli delle società a capitalizzazione elevata, in virtù del fatto che le prime sono storicamente cresciute più velocemente rispetto alle seconde. Sebbene non vi sia alcuna garanzia in merito al fatto che questi modelli storici saranno confermati, la leadership tra small cap e large cap tende a seguire un'alternanza, con cicli che durano di norma tra dieci e quindici anni. Le società a piccola capitalizzazione sottoperformano ormai da più di tredici anni, il che significa uno sconto di valutazione storicamente ampio rispetto alle large cap. 

Questa sottoperformance delle società a piccola capitalizzazione si spiega in parte con la maggiore sensibilità che queste hanno rispetto alle condizioni economiche e al rialzo dei tassi di interesse, il che significa che i loro utili sono stati colpiti in misura sproporzionatamente negativa negli ultimi due anni. Siamo convinti che l'espansione della crescita economica, una minore inflazione e il taglio dei tassi di interesse possano iniziare ad attenuare i venti contrari sugli utili che le small cap hanno dovuto affrontare negli ultimi due anni e staremo a vedere se la crescita delle vendite e dei profitti inizierà a stabilizzarsi. Se così fosse, riteniamo che la disparità e la dispersione tra le small cap renderà questa asset class particolarmente interessante per i gestori attivi, soprattutto negli Stati Uniti e in Europa. Staremo inoltre a vedere se la nuova amministrazione Trump si tradurrà in deregolamentazione e in un maggior numero di operazioni di acquisizione e fusione. Questo potrebbe essere vantaggioso per alcune aree del mercato delle società a piccola capitalizzazione, a seconda della natura delle singole politiche. Inoltre i titoli delle small cap generalmente rappresentano una parte meno efficiente del mercato rispetto alle large cap, il che offre la possibilità di individuare titoli sottovalutati.

Conclusione

Guardando al 2025, il panorama azionario globale pare destinato a cambiamenti dinamici. Con l'espansione della crescita degli utili, il rinnovato valore della diversificazione globale e il potenziale delle società a piccola e media capitalizzazione, intravediamo opportunità interessanti.

Nel complesso, riteniamo che nel 2025, per orientarsi con successo nel panorama degli investimenti in continua evoluzione, sarà essenziale avere un approccio più strategico e diversificato, con una particolare attenzione per l'individuazione delle opportunità sottovalutate tra i settori e le regioni.

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1 Bloomberg Finance LLP, Giugno 2024

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