La prima amministrazione Trump non è un’analogia perfetta per valutare il tipo di politica estera che dovremmo aspettarci dagli Stati Uniti nei prossimi quattro anni. A differenza della prima volta, infatti, ora il mondo è alle prese con la più grande guerra in Europa e con il più aspro conflitto in Medio Oriente degli ultimi decenni, con le crescenti tensioni militari nello Stretto di Taiwan e nel Mar Cinese Meridionale, nonché con un ordine globale che si sta rapidamente sgretolando e vede contrapporsi Cina/Russia/Iran/Corea del Nord ai blocchi USA/NATO/Giappone/Corea del Sud/Australia. Inoltre, stiamo assistendo alle implicazioni sempre più negative dei cambiamenti climatici sulla sicurezza nazionale. Questi sconvolgimenti nello scenario geopolitico sono strutturali, a lungo termine e probabilmente continueranno a prescindere dal risultato delle elezioni.
Differenze nell’approccio alla sicurezza nazionale
In questo contesto, le politiche di sicurezza nazionale degli Stati Uniti giocheranno un ruolo molto importante e in caso di una rielezione di Trump, mi aspetto quanto segue:
- Approccio più “transazionale” e “muscolare” alla politica estera degli Stati Uniti - vale a dire, più affidamento sui negoziati bilaterali, con meno enfasi sulle implicazioni strategiche a lungo termine. Questo rappresenta un grande allontanamento dall’approccio più multilaterale del governo Biden e implica un’accelerazione dell’attenzione verso la difesa/sicurezza nazionale su tutta la linea.
- Maggiore ricorso al potere economico degli Stati Uniti come “leva” nel panorama geopolitico - vale a dire, tariffe notevolmente più elevate per la Cina, ma anche per alcuni alleati in Europa e nella regione Indo-Pacifica, e una maggiore priorità alla produzione e all’esportazione di energia dagli Stati Uniti.
- Gamma più ampia di potenziali esiti della guerra in Ucraina, tra cui una maggiore pressione degli Stati Uniti sul governo Zelensky per negoziare la fine del conflitto, che si sta avvicinando al giorno 1000 e che include ora un impegno militare diretto tra soldati ucraini e nordcoreani.
- Politica estera statunitense più aggressiva nei confronti dell’Iran, con meno restrizioni sulla politica militare israeliana nella regione.
- Attenzione continua alla competizione tra grandi potenze e alla divergenza strategica, anche se con un’enfasi più unilaterale attraverso ulteriori ordini esecutivi e una maggiore importanza dei dazi. In questo caso, non ci sarebbe una grande differenza rispetto all’approccio del governo in carica. La questione della Cina rimane ampiamente bipartisan.
- Il ritorno di Trump alla Casa Bianca apre le porte ai negoziati tra Stati Uniti e Cina su una serie di questioni geopolitiche chiave, tra cui Taiwan, quindi anche in questo caso è probabile che nei prossimi quattro anni si debba ampliare lo spettro dei risultati possibili.
- Meno enfasi sul cambiamento climatico attraverso la lente della sicurezza nazionale, con potenziali modifiche in arrivo per l’Inflation Reduction Act e altre priorità nella politica climatica federale.
- Strutturalmente, Trump dovrà affrontare meno vincoli interni rispetto alla sua prima amministrazione - specialmente se la Camera rimarrà al Grand Old Party - il che amplia l’insieme dei potenziali esiti su tutta la linea.
Implicazioni per gli investimenti
Tutto ciò continua a deporre a favore dei temi d’investimento a lungo termine legati alla sicurezza nazionale, tra cui la difesa tradizionale, l’innovazione della difesa e, in particolare, l’adattamento ai cambiamenti climatici, dato che probabilmente nei prossimi quattro anni ci sarà un minore slancio verso la decarbonizzazione a livello federale; questo scenario, inoltre, contribuirà probabilmente ad accelerare i cambiamenti dirompenti / la differenziazione a livello regionale e di singoli paesi, settori, aziende e classi di attività - ancora una volta, un punto a favore di una strategia di gestione attiva.
Ecco cosa terrò d’occhio da qui in avanti:
- Come si riorganizzerà la Camera dei Rappresentanti in termini di equilibrio fra Repubblicani e Democratici e che impatto avrà tutto questo sulla spesa per la difesa degli Stati Uniti e su altre priorità legislative in materia di sicurezza nazionale.
- Chi attirerà Trump nel suo gabinetto per i ruoli chiave della sicurezza nazionale. Finora, la maggior parte dei nomi proposti vanta una certa esperienza professionale e sarà probabilmente confermata dal Senato americano.
- A che livelli arriveranno i dazi commerciali e quando saranno implementati. Questo aspetto verrà gestito durante la transizione, perciò dovremmo avere un quadro più chiaro delle implicazioni nelle prossime settimane.
- Che risposte susciterà l’imminente cambiamento al governo statunitense fra “gli amici e i nemici” degli Stati Uniti, tra cui Russia, Cina e principali alleati americani a livello globale.