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Investire in obbligazioni high yield nel 2025: l’anno del reddito

Autori vari
gennaio 2025
4 min di lettura
2025-06-30
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Le opinioni espresse sono quelle degli autori alla data di redazione. I singoli team di gestione possono esprimere opinioni differenti e prendere decisioni d'investimento diverse. Il valore finale dell’investimento potrebbe essere superiore o inferiore a quello dell’investimento iniziale. Eventuali dati di terzi utilizzati nel presente documento sono considerati affidabili, tuttavia non è possibile garantirne l’esattezza. Destinato esclusivamente a investitori professionali.

Con l’inizio del 2025, riteniamo che il mercato delle obbligazioni high yield resti una classe di investimento interessante per gli investitori, grazie al suo elevato potenziale di reddito in un contesto favorevole per i fondamentali del credito. Nel complesso, gli utili delle aziende con obbligazioni high yield si mantengono solidi in tutto il mercato. Inoltre, non rileviamo segnali significativi di un rallentamento generalizzato di questa traiettoria positiva per un’ampia gamma di emittenti. Tuttavia, gli spread ristretti nel mercato delle obbligazioni high yield impongono di assumere un approccio più cauto e più attivo.

Il vantaggio dell’Europa

Quest’anno si potrebbe registrare una maggiore divergenza regionale tra i mercati - una dinamica che potrebbe andare a vantaggio degli investitori attivi. A nostro avviso, ad offrire un valore relativo interessante sono soprattutto le obbligazioni high yield europee. Combinando fondamentali aziendali solidi con la composizione di qualità superiore del mercato locale, non si prospetta un ciclo di default su larga scala all’orizzonte. Al contrario, stimiamo che nei prossimi 12 mesi i tassi di insolvenza rimarranno bassi, intorno al 2-3%. Dal punto di vista delle valutazioni, va detto che i livelli di spread sul mercato europeo delle obbligazioni high yield sono inferiori alle medie storiche - anche se leggermente più ampi rispetto ai livelli statunitensi - il che lascia poco margine per un’ulteriore contrazione. Tuttavia, sussiste il rischio di improvvisi ampliamenti dei differenziali, in particolare nei segmenti di mercato più vulnerabili. 

Adottando una visione più ampia, riteniamo comunque che il mercato high yield europeo si distingua in termini di metriche di rendimento. Gli investitori continuano a beneficiare di una cedola interessante, un aspetto cruciale considerando che, negli ultimi 20 anni, il reddito ha rappresentato circa il 90% dei rendimenti complessivi generati da questa asset class.1 Al contempo, crediamo che gli investitori debbano prepararsi a una maggiore dispersione tra settori e singoli emittenti, soprattutto nel contesto di un indebolimento dell’economia europea e del rischio legato ai dazi annunciati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. 

Implicazioni per gli investitori

In questo contesto, riteniamo che gli investitori debbano concentrarsi su un’analisi di tipo bottom-up, valutando le aziende caso per caso. È importante identificare emittenti con forti vantaggi competitivi rispetto ai loro concorrenti, che possano aumentare il loro potenziale di sovraperformance nel lungo termine. Ad ogni modo, gli investitori non devono aspettarsi un proseguimento duraturo di questa dispersione settoriale, specialmente agli attuali livelli di spread. Invitiamo quindi alla cautela nei settori che stanno registrando una rapida espansione della capacità, come la tecnologia legata all’intelligenza artificiale e le energie rinnovabili, poiché questa dinamica potrebbe provocare un eccesso di offerta e, in ultima analisi, a possibili default. Un settore che ci preoccupa sempre di più è quello dell’energia, data la recente volatilità dei prezzi delle materie prime. La maggior parte dei produttori non dispone di caratteristiche distintive in grado di proteggerli da un aumento della concorrenza in caso di rallentamento economico.

Sebbene molti produttori di energia nel segmento high yield siano ben coperti da strumenti di hedging, se i prezzi del petrolio scendessero sotto i 60 dollari al barile, saremmo più preoccupati per i fondamentali creditizi del settore. 

Secondo noi, il principale rischio per i mercati high yield potrebbe essere un passaggio dalla narrativa attuale di “atterraggio morbido” a uno scenario di “falso atterraggio”, in cui l’economia globale accelera improvvisamente invece di continuare a rallentare. In questo caso, l’inflazione potrebbe riaccelerare, costringendo le banche centrali a riprendere una strategia di incremento dei tassi. Riteniamo quindi che la direzione dei tassi d’interesse sia una variabile cruciale per il mercato delle obbligazioni high yield. Detto questo, la duration media del mercato high yield è vicina ai minimi storici, al di sotto dei tre anni, il che riduce il rischio intrinseco legato ai tassi rispetto a portafogli a più lungo termine. Inoltre, eventuali episodi di volatilità dovuti a cambiamenti nelle aspettative sui tassi potrebbero offrire ai gestori opportunità allettanti di generare alfa. 

È comunque fondamentale mantenere una prospettiva di lungo termine. A nostro avviso, investire nel segmento high-yield è una maratona, non uno sprint. Pensiamo che gli investitori che combinano un approccio strutturale e di lungo termine con un’analisi basata sui fondamentali siano ben posizionati per sfruttare al meglio questa classe di attivi, indipendentemente dalle fluttuazioni cicliche.

Conclusione

Riteniamo che il contesto per le obbligazioni high yield offrirà interessanti opportunità di reddito per gli investitori nei prossimi 12 mesi, con i gestori attivi in una posizione privilegiata per trarre vantaggio da un possibile ritorno della volatilità dei tassi d’interesse. Preferiamo il mercato europeo rispetto a quello statunitense, grazie al suo maggiore potenziale di reddito e alla sua composizione qualitativamente superiore. In un’ottica di più lungo termine, consideriamo gli investimenti in obbligazioni ad alto rendimento essenziali per diversificare e migliorare i portafogli obbligazionari.

1In base ai dati dell’indice per l’ICE BofA Euro High Yield Constrained. Fonti: ICE, Wellington Management | Dati dal 31 dicembre 2004 al 31 dicembre 2024.

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