Guardando a quanto il mercato sta prezzando i rialzi dei tassi della Fed e confrontando tali valori con le precedenti fasi di rialzo dei tassi nel corso di un’espansione, il tasso terminale statunitense (corrispondente al livello che possono raggiungere i tassi nel corso di un’espansione, rispetto a quanto potrebbero salire nel prossimo futuro) ha ancora margine di manovra per movimenti al rialzo nel giusto contesto globale. Recentemente, infatti, la valutazione del mercato per il tasso terminale, attestatasi nell’intervallo 1,75% – 2,00%, si è spostata oltre il 2,00% per la prima volta e potrebbe aumentare ulteriormente.
L’unica nuova variabile è che, con una riduzione del bilancio della Fed come strumento aggiuntivo, ci potrebbe essere piuttosto un tradeoff tra gli aumenti dei tassi e la riduzione del bilancio, dinamica che merita di essere monitorata. Continuo a guardare il tasso ombra come un modo per mettere insieme i due elementi.
In conclusione, il movimento dei rendimenti reali e nominali avvenuto finora nel 2022 è coerente con quello che abbiamo visto nei precedenti cicli di inasprimento dei tassi. Guardando avanti, l’allentamento delle pressioni sulle catene di approvvigionamento dovrebbe lasciare alla Fed un po’ di margine nel processo di adeguamento. Con l’andare del tempo, mi aspetterei una certa stabilizzazione dei tassi reali, soprattutto perché il punto di partenza è piuttosto basso.