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Sette buoni motivi per dare un’occhiata all’azionario giapponese

Daniel Cook, CFA, Investment Strategy Analyst
2022-09-30
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Le opinioni espresse sono quelle degli autori alla data di redazione. Altri team di gestione possono esprimere opinioni differenti e prendere decisioni di investimento diverse. Il valore finale dell’investimento potrà essere superiore o inferiore a quello dell’investimento iniziale. I dati di terzi utilizzati nel presente documento sono considerati affidabili, tuttavia la loro accuratezza non è garantita.

L’entusiasmo degli investitori per le azioni giapponesi è da tempo frenato: dal trend ribassista del mercato negli anni ’90 e 2000, ma anche da problemi strutturali che spaziano dalla deflazione a una corporate governance debole. Tuttavia crediamo che questo sia un buon momento per investire nell’azionario nipponico, poiché intravediamo sette possibili fattori positivi che il mercato sembra sottovalutare.

  1. Macroeconomica — Ripresa dal COVID: benché occorra monitorare la situazione pandemica alla luce della nuova variante Omicron, i dati ad alta frequenza indicano che l’economia sta riacquistando slancio dopo lo “stato di emergenza” dichiarato a fine settembre a causa della variante Delta. È vero che l’indicatore di sorpresa economica relativo al Paese si attesta su livelli modesti, tuttavia crediamo che abbia ormai toccato il fondo.
  2. Politica monetaria  — Il vantaggio dell’inflazione globale: mentre molti Paesi sviluppati sono alle prese con un’inflazione core eccessivamente elevata (soprattutto negli Stati Uniti), in Giappone il tasso core non richiede per il momento alcun intervento da parte delle banche centrali. Al contrario, un’inversione dell’assetto deflazionistico sarebbe un cambiamento positivo.
  3. Politica fiscale — Nuove sostanziose misure: il pacchetto di stimoli fiscali da ¥55.700 miliardi (US$490 miliardi) annunciato a novembre ridarà vigore all’economia. Un ulteriore sostegno alle piccole e medie imprese contribuirà ad aggregare i consumi e gli investimenti delle aziende.
  4. Fondamentali — Riforme e produttività: i rendimenti prospettici delle azioni giapponesi sono aumentati da livelli molto bassi al 9% circa. Sebbene il dato sia inferiore a quelli di Stati Uniti (27%) ed Europa (10%), riteniamo che le continue riforme di governance e produttività possano consentire ulteriori progressi. Anche l’aumento del rendimento netto del riacquisto di azioni proprie (net buyback yield) è una bella novità per un mercato che ha sempre reso meno per gli azionisti.
  5. Dipendente dagli eventi — Una spinta dalle elezioni: da sempre l’indice MSCI Japan tende a sovraperformare l’MSCI All Country World Index circa 90-180 giorni dopo lo scioglimento del Parlamento e le successive elezioni (Figura 1). Soprattutto quando la nuova amministrazione parte subito con una serie di riforme credibili e stimoli fiscali (Shinzō Abe).
  6. Valutazioni — Relativamente modeste: anche dopo l’adeguamento per le differenze in termini di redditività tra le varie regioni, il Giappone ci sembra interessante rispetto ad altre aree geografiche (USA, Unione Europea, mercati emergenti). Inoltre, un’eventuale reflazione favorirebbe le regioni orientate al valore.
  7. Posizionamento — Ancora trascurato: quest’anno i flussi di capitali esteri verso le azioni giapponesi sono risultati più elevati rispetto alla norma — sicuramente i più robusti dal 2013, secondo EPFR. Tuttavia i dati sul posizionamento, sempre forniti da EPFR, suggeriscono che a ottobre 2021 gli investitori globali sottopesavano ancora il Giappone dell’1,5% circa.
seven reasons japanese equities are worth another look
A cura di
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Daniel Cook, CFA
Investment Strategy Analyst
Boston

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