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Perché sto diventando più rialzista sul biotech

Wen Shi, PhD, CFA, Managing Director
2023-03-31
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Le opinioni espresse sono quelle degli autori alla data di redazione. Altri team di gestione possono esprimere opinioni differenti e prendere decisioni di investimento diverse. Il valore finale dell’investimento potrà essere superiore o inferiore a quello dell’investimento iniziale. I dati di terzi utilizzati nel presente documento sono considerati affidabili, tuttavia la loro accuratezza non è garantita. 

Il settore delle biotecnologie, in particolare l’azionario biotech a piccola e media capitalizzazione (SMID-cap), ha subito un forte calo nel 2021. Il sentiment degli investitori nei confronti del settore rimane debole, ma le mie prospettive sono diventate sempre più rialziste man mano che le molteplici difficoltà cui le biotecnologie hanno dovuto far fronte nell’ultimo anno circa cominciano a diminuire, trasformandosi in potenziali vantaggi per il 2022 e oltre. È incoraggiante notare che il livello di innovazione nel settore non è mai stato così alto, a mio avviso. Credo che molti titoli biotech possano essere ormai prossimi a toccare un punto di minimo, anche se i tempi esatti (e l’elemento catalizzatore) per un rimbalzo restano poco chiari al momento della redazione.

Un 2021 impegnativo

Dal picco di inizio febbraio 2021 fino a metà febbraio 2022, l’indice XBI, dominato dai titoli biotech SMID-cap, ha ceduto il 49%, rimanendo indietro sia rispetto al più ampio settore sanitario che al mercato azionario statunitense complessivo con margini considerevoli. La sottoperformance è stata più acuta ed è durata più a lungo di qualsiasi altro calo precedente dal lancio dell’indice XBI nel 2006. Anche i titoli biotecnologici a maggiore capitalizzazione hanno sottoperformato nello stesso periodo di riferimento, pur se non in modo altrettanto drammatico che le loro controparti SMID-cap.

L’anno scorso una serie di sfide ha pesato sull’industria biotech, tra cui l’incertezza normativa, le preoccupazioni relative ai prezzi dei farmaci, un numero eccessivo di nuove IPO, una relativa scarsità di operazioni di M&A e valutazioni azionarie generalmente elevate. Più di recente, si sta profilando all’orizzonte l’aspettativa diffusa di un aumento dei tassi d’interesse man mano che la Federal Reserve (Fed) si prepara ad avviare un inasprimento della sua politica monetaria in un contesto di maggiore inflazione.

Ragioni di ottimismo per i tempi a venire

Tuttavia, ritengo che queste difficoltà stiano in gran parte scemando e, in alcuni casi, che esse stiano addirittura trasformandosi in vantaggi per il 2022 e oltre, a sostegno delle mie prospettive rialziste per il settore.

  • Tumulti legati alla FDA: la recente nomina da parte del Senato statunitense di Robert Califf a commissario FDA ha rappresentato una svolta positiva, a mio avviso. Mi aspetto che Califf rappresenti un fattore di stabilizzazione e un’iniezione di fiducia per il personale della FDA, che è stato sottoposto a enormi tensioni per via della pandemia di COVID-19. Inoltre, carichi di lavoro ridotti rispetto ai vaccini e alle terapie COVID dovrebbero permettere al personale della FDA di concentrarsi maggiormente sulle approvazioni di farmaci non-COVID e su altre priorità.
  • Timori relativi ai prezzi dei farmaci: lo scenario peggiore della riforma sui prezzi dei farmaci negli Stati Uniti presente a inizio 2021 (ovvero, che una legislazione radicale potesse determinare tagli dei prezzi draconiani e generalizzati) sembra ormai scongiurato per i tempi a venire. Date le ultime battute d’arresto della legislazione “Build Back Better” (ricostruire meglio), la mia tesi di riferimento è che nessuna riforma dei prezzi dei farmaci sarà promulgata nel 2022 (o anche nel 2023/2024). Un’altra possibilità è che una qualche forma di ridisegno dei benefici per farmaci (Medicare Part D) e di negoziazione limitata dei prezzi dei farmaci possa essere quest’anno approvata, apportando probabilmente vantaggi per il settore biotech nel suo complesso.
  • Numero eccessivo di IPO: nel 2021 sono state registrate 82 IPO biotech, rispetto alle 69 del 2020 e 41 del 2019. Molte di queste aziende erano ancora ben lontane dalla fase clinica e ancora di più dal generare dati di derisking o avere farmaci idonei alla revisione normativa. In altre parole, molte di queste aziende non erano ancora pronte a quotarsi. La buona notizia? Mi aspetto di vedere un decisivo calo del numero di IPO nel biotech quest’anno. Per intenderci, ce ne sono stati appena quattro finora, tre dei quali sono aziende in fase di sperimentazione clinica.
  • Relativa scarsità di M&A: sia il numero che le dimensioni delle transazioni di M&A nel 2021 sono stati inferiori rispetto agli anni precedenti, il che potrebbe essere dovuto ai seguenti motivi: 1) molti venditori sono rimasti legati ad aspettative di valutazione irrealisticamente elevate dal 2020; e 2) molti acquirenti risultano più cauti rispetto alle attente valutazioni della Federal Trade Commission (FTC). Ma le elevate aspettative dei venditori potrebbero essere riconsiderate nel 2022, dato che molti acquirenti dispongono ora di liquidità in abbondanza e possono sentirsi più a loro agio lavorando nel quadro dei vincoli normativi esistenti (un punto che vale la pena tenere d’occhio).
  • Valutazioni azionarie elevate: uscendo dall’iniziale “flessione da COVID” del marzo 2020, le valutazioni del biotech sono state spinte fino ai massimi storici verso la fine di quell’anno, poiché molti investitori generalisti sono stati attirati da cure e trattamenti innovativi per varie malattie. In seguito, i flussi degli investitori si sono bruscamente invertiti nel 2021, passando dal biotech e da altri “titoli vincenti” ai “titoli perdenti” del periodo COVID nel contesto della riapertura delle economie. Di conseguenza, le valutazioni dei titoli biotech SMID-cap hanno subito correzioni di circa il 50% all’inizio del 2022, con diverse analisi a suggerire che ora potrebbero essere vicine al punto di minimo.

Conclusioni sul biotech

Dopo un periodo impegnativo nell’ultimo anno circa, credo che quello attuale potrebbe rappresentare per gli investitori azionari di lungo termine un momento opportuno per osservare con un nuovo sguardo il settore delle biotecnologie.

 

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