È probabile che chi si occupa di investimenti a gestione attiva nel mercato statunitense o a livello globale stia iniziando a stancarsi dei continui discorsi sull’impatto di titoli megacap quali Google, Apple, Facebook, Amazon, e Microsoft (GAFAM).1 Tuttavia, come anche evidenziato dall’attività di ricerca dei gestori e sui portafogli multimanageriali del nostro team Fundamental Factor, sappiamo che gli investitori sono ben consapevoli che al crescere del peso dei titoli a mega capitalizzazione nei benchmark statunitensi e globali aumenterà il rischio per i gestori attivi, derivante dall'essere sottopesati su queste società.
Valutare la soglia minima per generare alfa
Spesso queste posizioni sottopesate non sono frutto di un’opinione deliberata, ma rappresentano piuttosto una conseguenza negativa del fatto che i gestori attivi tendono a trasferire il capitale dai titoli principali del benchmark per investirlo in società in cui ripongono grande fiducia. Affinché la strategia abbia successo, questi titoli ad alta convinzione devono sovraperformare le partecipazioni maggiori del benchmark, creando una sorta di barriera minima per generare alfa. Nel corso dell’ultimo decennio, questa soglia è aumentata in modo vertiginoso. Per spiegare questo concetto, la Figura 1 mostra l’impatto annuale, sugli ultimi 20 anni, della mancata esposizione ai titoli GAFAM per un gestore che utilizza l’S&P 500 come indice di riferimento. È importante notare che l’ultima volta in cui una posizione sottopesata ha “aiutato” i gestori attivi risale al 2008.
Monthly Market Review — August 2024
Continua a leggereA cura di
Brett Hinds
Jameson Dunn